31 Casette Romane. A che punto stiamo? Un bilancio dell’anno 2022

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YAS organizza e finanzia week end di autonomia e convivenza dal 2016, grazie a finanziamenti delle famiglie e a donazioni private come quella della Chiesa Valdese, che dal 2016 sostiene la nostra associazione e i suoi progetti. Grazie a questa esperienza YAS ha potuto diventare ente gestore presso diversi municipi romani e oggi gestisce più di 20 progetti “dopo di noi” per i nostri figli. Per YAS questa è stata una buona notizia, ma anche una fatica organizzativa, dato che si è ritrovata in pochi mesi ad avere più progetti di quelli che solitamente gestisce una piccola cooperativa sociale romana. Prima di tutto occorre avere a mente i diversi percorsi da attuare: progetti per il dopo di noi da costruire non sull’emergenza ma pensandoli, sperimentando giorno per giorno, facendo affiorare le complessità, le differenze, le paure, i desideri e le aspettative.

Palestre di autonomia
percorsi di sviluppo e potenziamento dell’autonomia, laboratori diurni presso ‘le casette’ di YAS dove i ragazzi si ritrovano e imparano a conoscersi e a sperimentarsi senza l’appoggio dei genitori.

Soggiorni residenziali
Presso le casette di YAS si avviano gruppi appartamento e si sperimenta la convivenza e si affronta gradualmente il distacco/separazione con la famiglia di origine.

 

Percorsi occupazionali funzionali all’abitare e al Dopo di Noi

Conoscete il progetto Mastri Biscottai? Inutile ripeterci. Potete andarvelo a guardare. www.mastribiscottai.it

 

Sostegno psicologico

La legge 112 del 2016 è una legge che ridà visibilità alle esigenze psicosociali dei genitori, madri e padri con un forte senso di preoccupazione per il futuro. Ma di che emozione si tratta? La preoccupazione è la fantasia di doversi occupare di qualcosa altro da sé, al di fuori di sé, come spesso può essere un figlio, senza occuparsi di come sta chi quell’emozione la sta vivendo, cioè senza mai occuparsi di se stessi. Riconoscere questo è un passaggio cruciale per poter progettare gruppi appartamento in cui promuovere convivenza. A partire dal focus della preoccupazione, inteso quale emozione non banale, si articolano mille diverse soggettività, tutte molto interessanti. Alcuni ragazzi nel week end e nelle settimane di autonomia e convivenza dicono “Mi manca mamma”, altri dicono: “Sono pronto! Mi sposo con [metteteci voi il nome di chi vi pare] e vado a vivere con lui/lei”, dichiarando in qualche modo di idealizzare coppia e matrimonio e di non essere pronto a vivere invece in gruppo. Altri dicono (parafrasando) “ho paura dei servizi, perché mi tratteranno in modo violento”, altri ancora dicono “Meglio vivere con mia sorella che in gruppo”, oppure ancora “Imparo ancora un pò a cucinare e tra 10 anni magari…”

Ecco quindi un breve spaccato che mostra alcune fantasie circa il dopo di noi che a ben vedere sono quasi le stesse che albergavano già intorno alle istituzioni totali oggi, almeno in teoria, chiuse. Si tratta di fantasie che è centrale poter riconoscere e nominare, previo annullamento di qualsiasi utilità della parte laboratoriale e di costruzione di competenze che servono per andare a vivere da soli. Questo perché sul piano dell’autonomia e della convivenza nelle casette, i nostri figli si divertono, raramente si annoiano, vivono lo stare insieme in modo reale nel qui ed ora e non come un allenamento per un dopo immaginato. Vero è che il tutto è accompagnato da un forte magone che pensiamo possa ben essere rappresentato da questa vignetta: 

Quando si passa dalla preoccupazione nell’occuparsi dei temi centrali si riconosce che in realtà il vero problema è:

Quanto tempo abbiamo?

E no, non intendiamo tempo di vita. Il vissuto mortifero non c’entra nulla. Parliamo di un altro vissuto ben più vitale, che è quanto tempo ci vogliamo prendere per progettare e ristrutturare gli appartamenti e fondare i gruppi appartamento, che è un tema molto più reale e meno fantasmatico.

Sembra che nessuno ne abbia un’idea precisa, tanto le famiglie quanto i committenti pubblici. Non sappiamo bene ad esempio quanto tempo il Comune di Roma e i Municipi hanno a disposizione. Viene da chiedersi:

  • Siamo dentro un progetto pilota che si concluderà in 5 anni?
  • Si pensa per il futuro di integrare questo servizio nel S.A.I.S.H. già esistenti?
  • Se si, come l’esperienza maturata con il dopo di noi potrà essere integrata?
  • Ma soprattutto quanto tempo c’è per acquistare delle case? 
  • Le acquista un Trust di 4-5 famiglie? Le acquista un trust collettivo?
  • E’ previsto una sorta di mutuo aiuto per permettere a chi non ha liquidità a partecipare ai trust con la quota che sarà richiesta?

Non sono domande di poco conto ed è bene iniziare a porsele entro uno studio e un’organizzazione che pensiamo ci implicherà per i mesi a venire del 2023.

 

 

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