"NUOVO ISEE? NO, GRAZIE!". RICORSO E SIT IN PRESSO IL TAR DEL LAZIO

DA SUPERABILE

"Mina pesantemente i diritti fondamentali delle persone con disabilità e viola i principi costituzionali di tutela". Presentazione del ricorso e protesta del cartello che raggruppa almeno 15 organizzazioni firmatarie

ROMA - Viene presentato oggi alle ore 10.00 presso il Tribunale amministrativo del Lazio il ricorso collettivo volto ad impugnare il d.p.c.m. (decreto presidente Consiglio dei ministri) di riforma Isee. "Il decreto mina pesantemente la piena realizzazione dei diritti fondamentali delle persone con disabilità e viola i principi costituzionali di tutela che garantiscono la dignità della persona, l'uguaglianza e il diritto alla salute nonché i principi contenuti nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Tutto questo in nome del contenimento della spesa pubblica": queste le parole del cartello di organizzazioni firmatarie del ricorso, che sono Associazione Ylenia e gli Amici Speciali, Coordinamento Sociosanitario per le persone con Disabilità ASL RM E, Uildm Lazio Onlus, Il Vento sulla Vela, Istituto Vaccari, CO.FA.AS Clelia, ARPA, il Melograno Rosso, La Lampada Dei Desideri, Il Ponte, Tutti Nessuno Escluso, Habitat Per l'Autismo, singole persone con disabilità e i loro familiari o tutori.

"Le nuove modalità di calcolo dell'Isee introdotte dall'impugnato decreto - viene spiegato - snaturano l'essenza stessa dell'indennità percepita, per cui, ancora una volta saranno le famiglie o la persona disabile a sobbarcarsi di tutte le problematiche connesse alla propria condizione e ancora una volta lo Stato si sottrae dalle proprie responsabilità. Il d.p.c.m aumenta il reddito utile ai fini del calcolo dell'Isee, ovvero, somme di denaro, contributi economici ed agevolazioni fiscali concessi dagli enti pubblici con la finalità di recuperare lo svantaggio e per assicurare la realizzazione dei diritti costituzionalmente riconosciuti. Ciò significa che, a seguito della riforma introdotta dall'impugnato decreto, vengono considerate reddito tutte le provvidenze economiche per le prestazioni sociali e sociosanitarie agevolate concesse alle persone con disabilità, ad esempio le indennità di accompagnamento, le pensione di invalidità, i contributi per l'assistenza indiretta (vita indipendente), gli assegni di cura, i contributi per l'abbattimento delle barriere architettoniche o per l'acquisto di prodotti tecnologicamente avanzati o per il trasporto personale".

"Abbiamo deciso di presentare questo ricorso poiché profondamente indignati da questo bieco e reiterato tentativo di far pagare alle categorie più deboli il prezzo di una crisi che certamente non hanno prodotto- dichiara Silvana Giovannini dell'Associazione Ylenia e gli Amici Speciali- sono anni che è in atto lo smantellamento dello Stato Sociale e questo- conclude-  è l'ennesimo attacco al quel briciolo di welfare che è rimasto in questo Paese". "Questo decreto è un colpo alla vita alle persone con disabilità e ai diritti acquisiti - commenta Sabina Savagnone dell'Arpa - ancora sono inosservati i bisogni essenziali con la sistematica sottrazione di servizi e ora - conclude - si vuole sferrare un altro colpo alla dignità delle persone con disabilità".
  (17 aprile 2014)