Mercoledi' 1 aprile ore 15,30

 

COORDINAMENTO DISABILI ISEE NO GRAZIE

 

INCONTRO DIBATTITO
IL NUOVO ISEE BOCCIATO DAL TAR: 
‘I contributi assistenziali non sono reddito’
POSSIBILI SCENARI

Mercoledì 01 aprile 2015, ore 15.30
Piccola Protomoteca piazza del Campidoglio 1

 

L’incontro è stato organizzato dal “Coordinamento Disabili ISEE NO GRAZIE” composto da persone con disabilità, genitori e rappresentanti di associazioni che hanno proposto davanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio il ricorso collettivo volto ad impugnare il d.c.p.m. n. 159/2013 (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri) di riforma Isee, accolto l’11 febbraio scorso dal giudice, insieme ad altri due ricorsi collettivi presentati da altre famiglie e associazioni.

 


Un dibattito aperto per spiegare e discutere l’accoglimento dei tre ricorsi che apre nuovi scenari. La situazione ad oggi è la seguente:
il nuovo Isee, in vigore dal 1 gennaio 2015 è da riscrivere. Grazie ai ricorsi, i familiari delle persone disabili, utenti, tutori e associazioni sono riusciti ad ottenere tre sentenze dal Tar del Lazio che annullano la parte del decreto che considerava “reddito disponibile” tutti i proventi che l’ordinamento pone a compensazione della oggettiva situazione di svantaggio a causa della situazione di disabilità. L’Isee, è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente che, certificato tramite un attestato, consente alle persone a basso reddito di accedere a prestazioni sociali e servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate. E' dunque uno procedimento di Welfare e nasce come strumento di equità sociale nel quale si conteggiano oltre ai redditi da lavoro anche quelli derivanti dal patrimonio del nucleo familiare. Più che da un risparmio di spesa, l’impostazione normativa era orientata a rispettare un principio di uguaglianza e proporzionalità, ai fini del rispetto dell’art. 38 Cost., legato all’emersione di situazioni solo apparentemente equivalenti ad assenza di reddito effettivo.

 


Contrariamente all’impostazione del legislatore, dal primo gennaio il governo aveva previsto nell’Isee anche il computo dell’indennità di accompagnamento e delle pensioni di invalidità, considerandoli al pari dei redditi da lavoro, cercando di compensarli con una serie di franchigie per disabili maggiorenni e minorenni. Da qui la battaglia giuridica.

 


Ciò nondimeno il giudice ha affermato, in sostanza, che le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento attribuite ai disabili non possono essere assimilati agli stipendi!!

 


Tre i ricorsi presentati al Tar promossi dal “Comitato disabili Isee no grazie” seguiti dall’Avvocata Lilliana Farronato (Studio associato Davoli), “Stop Isee” assistito dall’avvocato Federico Sorrentino dell’omonimo studio e UTIM (Unione per la tutela delle persone con disabilità intellettiva e l’Associazione Promozione sociale) presentato dall’avvocato Mario Motta di Torino. Tutti e tre i ricorsi sono stati discussi in un’unica udienza che ha definito i giudizi con tre distinte sentenze, le nn. 2454/15 – 2458/15- 2459/15. In tutte e tre i ricorsi contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Tar del Lazio non solo ha accolto il motivo di illegittimità del computo nell’ISEE di pensioni e indennità ma ha anche ritenuto che fosse illegittima la differenza tra le franchigie previste per i disabili/non autosufficienti maggiorenni e minorenni. 
Il Tar, quindi, con una interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 5 d.l. 201/2011, rispetto agli artt. 3, 32 e 38 Cost., ha stabilito che nella definizione di “reddito disponibile” di cui all’art. 5 d.l.cit. non potevano essere considerati tutti i proventi che l’ordinamento pone a compensazione della oggettiva situazione di svantaggio, anche economico, che ricade sui disabili e sulle loro famiglie.

 


                                                      Adesso cosa succede?

 


Gli scenari possibili sono due:

 


1) Appello del Governo delle sentenze di primo grado davanti al Consiglio di Stato. Significherebbe protrarre la situazione di stallo per un tempo lunghissimo e costituirebbe un danno per le persone con disabilità e le loro famiglie;

 


2) Modificare il DPCM alla luce delle statuizioni del Tar. Istituire un tavolo di concertazione anche con le parti sociali e il Coordinamento Disabili Isee No Grazie e, tutti insieme, rimodulare il DPCM secondo un impianto costituzionalmente orientato.

 


Sta di fatto che il DPCM ha minato pesantemente la piena realizzazione dei diritti fondamentali delle persone con disabilità, in violazione dei principi costituzionali di tutela che garantiscono la dignità della persona, l’uguaglianza e il diritto alla salute nonché dei principi contenuti nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Tutto questo in nome del contenimento della spesa pubblica.