L’abitudine di litigare

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Lasciar definire gli obiettivi al gruppo

Non essere una scuola significa lasciare ai partecipanti la possibilità di scegliere i propri obiettivi, quindi i temi da trattare di volta in volta. Concordandolo con il resto del gruppo si può quindi parlare delle esperienze organizzate fuori o dentro YAS come teatro, casetta 31, soggiorno estivo a Scalea, ma anche centri diurni, lavoro e tirocini formativi, ma anche notizie di cronaca, eccetera.

Se da una parte questi gradi di libertà sono utili a definire degli obiettivi che siano di gruppo e non dei conduttori, da un’altra parte in un primo momento ciò confonde molto. Nel gruppo trovano spesso spazio litigi e battibecchi per dei motivi apparentemente futili.

 

Riconoscere interessi diversi

Per parlare e pensare su questi temi spesso proponiamo di dividerci in piccoli gruppi. Nei sottogruppi è più chiaro il motivo e l’interesse a starci e diventa anche più chiara la domanda dei partecipanti. C’è ad esempio l’interesse di Daniele per il lavoro e per il progetto Mastri Biscottai. Nel suo piccolo gruppo Daniele ha più volte detto dell’insoddisfazione rispetto al suo percorso formativo e lavorativo. Ci racconta di una formazione perenne presso un centro di formazione, che in sei anni gli ha permesso soltanto di fare un’esperienza di tirocinio non retribuito presso un supermercato. Dice che MBC al contrario è stata un’esperienza gratificante, in cui sentiva di lavorare davvero, di essere produttivo. Racconta infatti come tornare presso il centro di formazione dopo MBC sia stato vissuto come un passo indietro.

 

L’abitudine a litigare e la convivenza

Riparlare di tali discorsi in un assetto plenario è molto complesso e spesso genera litigi, battibecchi e mal di testa. Ci sembra ci sia la difficoltà a parlarsi, a trovare un senso allo stare insieme. Ci siamo detti che si tratta della fatica a condividere obiettivi. In questo senso ci diciamo che un obiettivo che potremmo darci è proprio quello di imparare a convivere in gruppo, quindi a tollerare le esigenze e le emozioni degli altri, far convivere le esigenze e le emozioni proprie con il resto gruppo. Quella di sapere convivere in gruppo è a nostro avviso una competenza centrale per il”dopo di noi”, specie se si prevede di coabitare con un gruppo e che quindi il proprio progetto di vita prevede di intrecciarsi con i progetti di vita di altre persone, con cui quindi non si può mandarsi a quel paese ogni tre per due come spesso avviene in famiglia, pena rendere il proprio progetto di vita estremamente faticoso.

 

 

31casette romane è realizzato con i fondi dell’8×1000 della Chiesa Valdese

 

 

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